Page 37 - Guida Sicura per le patenti nautiche. Teoria e Quiz
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               P     CENNI SULLA PROPULSIONE VELICA

                   Una particolare tipologia di barca è quella   ca, del profi lo di tutta la superfi cie dell’opera
               a vela, capace di sfruttare l’eff etto propulsivo   viva (timone e deriva inclusi), è detta piano
               derivante dal vento (v. § O5) e in cui la forza   di deriva. Il centro geometrico di tale piano
               di propulsione agisce in senso parallelo rispet-  di simmetria (ove, con un insieme di pressio-
               to all’asse longitudinale dell’unità medesima.   ni e depressioni, si considera agire la forza
               L’interazione tra la forza determinata dallo   di reazione/resistenza laterale che si oppo-
               scarroccio (v. § C6 e v. § F2) e la forza di pro-  ne alle forze idrodinamiche esercitate sull’o-
               pulsione produce, infatti, una forza risultante   pera viva dello scafo) si chiama centro di
               generata dal vento sulla superfi cie velica.   deriva. In base alla tipologia costruttiva del-
                                                       la deriva, possiamo avere scafi :
                P1   PECULIARITÀ E STRUTTURE            -  a deriva mobile, di piccole dimensio-
                   In termini esemplifi cativi, un'unità a vela   ni e generalmente a fondo tendenzial-
               si troverà con scafo in “planata” allorquando   mente piatto con una bassissima zona
               navigherà in condizioni di equilibrio dinamico   immersa, in cui la deriva (priva di zavor-
               sulla cresta dell’onda generata dal suo mede-  ra), allorquando non necessaria, può
               simo avanzamento (in condizioni di diminuito   essere anche retratta per escluderne
               dislocamento). Si troverà, invece, "scuffi  ata"   gli eff etti. Esistono derive cd. a baionet-
               allorquando, sotto la pressione del vento sulle   ta, del tutto sfi labili dallo scafo, e derive
               vele, l’unità può arrivare a perdere la propria   a perno, capaci di ruotare su un punto
               condizione di equilibrio dinamico, ribaltandosi   fi sso per rientrare totalmente all’interno
               fi no ad immergere l’albero con una rotazione   dello scafo. Nel caso delle barche a de-
               del medesimo anche di 180° rispetto alla posi-  riva mobile è l’equipaggio che, durante
               zione iniziale.                             la navigazione, si adopera per fare da
                   Lo scafo di un’unità a vela è la struttura   imprescindibile contrappeso allo sban-
               galleggiante e portante della stessa. Le barche   damento laterale causato dalla forza
               a vela possono essere monoscafo oppure an-  del vento;
               che multiscafo, come i catamarani (a due sca-  -  a chiglia fi ssa, in cui la deriva è una
               fi ) o i trimarani (a tre scafi ), che, come unità a   parte strutturale integrata nella chiglia
               vela, risultano possedere una maggiore stabi-  dotata, nella parte inferiore, di apposita
               lità. Quanto alla forma, la principale distinzione   zavorra deputata ad abbassare il bari-
               riguarda quella tra scafi  a sezione rotonda e   centro delle masse dell’unità ed impedi-
               scafi  a spigolo (con fondo a “V”, tondo o piatto).   re l’eccessivo sbandamento della barca
               Lo scafo di un’unità a vela è costituito, in ter-  (v. § C2); agli scafi  a chiglia fi ssa ap-
               mini generali, dallo stesso insieme di strutture   partengono anche quelli con chiglia cd.
               portanti che caratterizzano un’unità a motore,   a bulbo (in cui la deriva appare come
               distinguendosi da questa per talune sostanziali   una stretta lama che, nella parte infe-
               diff erenze presenti:                        riore, termina con una zavorra lunga ed
               •  nell’opera viva (v. § C3), ove si trova la de-  aff usolata a forma appunto di bulbo). La
                 riva, un elemento della carena a sviluppo   presenza di un bulbo zavorrato permet-
                 longitudinale rispetto allo scafo (realizza-  te all’unità a vela di avere una maggio-
                 to in legno, vetroresina o metallo), che ha il   re stabilità per contrastare la forza del
                 compito di contrastare lo scarroccio ovvero   vento;
                 il movimento di traslazione (perpendicolare   •  nell’opera morta (v. § C3), ove l’albero, che
                 all’asse longitudinale dell’unità a vela) subi-  attraversa il piano di coperta tramite un foro
                 to dall’unità per eff etto della forza del vento   detto  scassa appoggiandosi allo scafo sul
                 sull’opera morta (v. § C6), nonché di opporsi   cd. bicchiere, ha la primaria funzione di so-
                 allo sbandamento laterale che la stessa uni-  stenere e far spiegare verticalmente le vele,
                 tà subisce a causa dell’intensità della forza   risultando essere in tal senso l’elemento
                 esercitata dal vento sulle vele. L’intera pro-  strutturalmente preposto alla propulsione.
                 iezione, sul piano longitudinale della bar-  Esso è rinforzato da un sistema di cavi me-

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