Page 25 - Ricostruzione incidenti stradali
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               E     DEFORMAZIONI DEI MEZZI

                   Pur non potendolo assumere come prassi, si può comunque aff ermare che uno
               degli elementi che più si presta a costituire il punto di partenza delle analisi ricostrut-
               tive è dato dalla tipologia delle deformazioni subite dai mezzi.
                   Soprattutto quando si tratta di collisione tra due autoveicoli, ma spesso anche
               nel caso di collisione tra un motoveicolo ed un’autovettura, una corretta analisi delle
               deformazioni subite dalle lamiere e soprattutto una valida ed accurata comparazio-
               ne di tali deformazioni, costituisce elemento di grandissimo interesse al fi ne di iden-
               tifi care la posizione relativa che i due veicoli avevano al momento dell’urto.
                   Posizione relativa, ovviamente, dal momento che potremo rilevare l'inclinazione
               dell'uno rispetto all'altro, o la sovrapposizione dei frontali o la larghezza di applica-
               zione dell'urto diretto solo dell'uno rispetto all'altro, ma non ancora rispetto alle tra-
               iettorie, alla sede stradale ed agli altri elementi dell' "insieme incidente".
                   Le impronte che i due mezzi reciprocamente si scambiano, cioè gli elementi che
               permettono una comparazione tra le deformazioni dell'uno e le deformazioni dell'al-
               tro sono solitamente ben identifi cabili e costituiscono senz'altro un elemento og-
               gettivo, almeno nella misura in cui sono ben identifi cabili le relative parti a contatto.
                   Diffi cile entrare nel merito di come si può spiegare la metodologia per analizza-

               re un danno.
                   Occorre avere anche una buona dose di esperienza per quanto attiene le de-
               formazioni che un veicolo subisce ed occorre avere una buona conoscenza della
               struttura dei veicoli.
                   Come tutti ben sanno, infatti, gli autoveicoli sono realizzati tutti con strutture for-
               temente diff erenziate allo scopo di garantire la massima sicurezza degli occupanti.
                   Una signifi cativa capacità di assorbimento delle lamiere corrisponde ad una si-
               gnifi cativa possibilità di ridurre notevolmente la decelerazione che a seguito di una
               collisione si realizza sugli occupanti e quindi di proteggerli ed in molti casi di tenerli
               incolumi.
                   Ma è ovvio che, poi, all’interno di questa forte diff erenziazione delle strutture,
               vi sono anche strutture discretamente rigide in quanto hanno funzione portante e
               quindi non possono che compendiare la necessità di una deformabilità idonea ad
               assorbire più energia possibile in caso di collisione, nelle deformazioni permanenti,
               con la ulteriore necessità che è quella tipica della struttura portante, cioè di soste-
               nere dando idonea rigidità a tutto il sistema auto.
                   Diffi cile già nei termini conciliare deformabilità e rigidità, tuttavia oggi le struttu-


               re dei veicoli sono suffi cientemente buoni compromessi per soddisfare queste due
               esigenze.
                   Inutile dire che, tuttavia, proprio per questa problematica che si pone, di strutture
               molto diff erenziate in termini di capacità di assorbimento e quindi di deformazioni per-
               manenti, si complica la possibilità di ricostruire, a posteriori, direzione ed intensità de-
               gli urti, dal momento che in parte le deformazioni permanenti residue dipendono anche
               dalla diversa capacità di assorbimento delle parti coinvolte.
                   Per questo una notevole esperienza nell’analisi dei danni è senz’altro indispen-
               sabile e non si può improvvisare, né sostituire in tutto, con una idonea cultura teo-
               rica.
                   È vero che esistono possibilità di comparazione di una certa tipologia dei danni
               e soprattutto che attraverso una idonea misurazione della entità delle deformazioni
               si può giungere a defi nire, con discreta approssimazione, qual è l'assorbimento di
               energia che ha determinato quelle deformazioni, ma non è altrettanto facile iden-
               tifi carne poi direzione dell'urto e modo di pervenimento al contatto dei due mezzi.


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