Page 10 - Segnaletica stradale in ambito urbano. Metodi e tecniche d'attuazione
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gnaletica in ambiente extraurbano da quello urbano. Nel primo caso la segnaletica
dovrà essere d’aiuto all’utente a leggere la strada e, con l’aumentare della velocità
operativa dei veicoli, il comportamento del conducente sarà condizionato solo dai
segnali, mentre nel secondo caso i segnali dovrebbero essere installati solo quando
il conducente non riesce a percepire tutti gli elementi che compongono lo scenario
stradale o quando gli elementi che lo compongono non sono suf¿ cienti o potrebbe-
ro trarlo in inganno.
Tale differenza metodologica e "concettuale" nell’applicare la segnaletica
stradale nei due ambienti deriva anche dalla recente evoluzione che ha compiuto la
normativa geometrica per la progettazione delle strade urbane, ci riferisce alla tec-
nica di Traf¿ c Calming (Moderazione del traf¿ co), normata in diversi paesi europei
mentre in Italia si è ancora in attesa di indicazione ministeriale.
1.1.1 Bibliogra¿ a
• D.L. 30 aprile 1992 n. 285: Nuovo codice della Strada, G.U. 18.05.1992.
• D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495: Regolamento di esecuzione e di attuazione del Nuovo codice della
Strada, G.U. n. 303 28.12.1992.
1.2 LEGGERE LA CITTÀ PER CONOSCERLA (E PER MUOVERSI IN
ESSA)
Roberto Busi
Sì, certo: la città è senz'altro la più grande (come dimensioni) e la più artico-
lata (come complessità) macchina creata dall'uomo. Ed il progettarla e gestirla - ma
prima ancora capirla - è impresa ardua per eccellenza e comunque dagli esiti mai
scontati. Anzi, il più delle volte i risultati conseguiti (magari a fronte di elevati impe-
gni organizzativi e di non banali investimenti) sono ben al di sotto delle aspettative;
è così che allora, troppo spesso, vengono ad inanellarsi l'una dopo l'altra le tante
"occasioni perdute" che tante volte costellano il panorama dell'operatività sui più di-
versi temi riguardanti la città.
La dif¿ coltà (oggettiva) non può essere, però, fattore di fatalismo o di rinun-
cia. Anzi, il buon tecnico deve trarne incoraggiamento all'impegno per il fare bene.
Ma quale può essere la dotazione necessaria perché tale impegno dia buoni
risultati?
Vediamo di fornire qualche indicazione in merito.
È necessario innanzitutto essere attrezzati culturalmente, perché l'approccio
alla molteplicità delle tematiche in campo ed all'intreccio dei relativi rapporti causa-
effetto non è ovvio ed il buon senso non è in genere suf¿ ciente ed addirittura - se
non adeguatamente conformato anche su contenuti controintuitivi - può condurre
ed esiti perversi.
Alla indispensabile cultura è subito da aggiungere la non meno indispensabi-
le necessità di disporre di obiettivi adeguatamente elevati e chiari. Non è raro, infat-
ti, il trovarsi di fronte ad azioni che, non prendendo le mossa dal sapere a cosa ten-
dere, disperdono l'azione in rivoli insigni¿ canti quando non addirittura contraddittori.
È a questo punto che entra in gioco la capacità tecnica. Il fare deve discen-
dere, infatti dal saper fare. E questo è conseguenza di studio, di maturazione e di
esperienza.
L'essere, a vario titolo, operatori della mobilità in ambiente urbano ci impone
attenzione alle speci¿ cità dei nostri interessi.
E l'attenzione a tali speci¿ cità è tanto più ovvia quando ci si abbia ad occupa-
re di un argomento - quello della segnaletica stradale - così marcatamente specia-
listico.
Ecco: correntemente la cosa è affrontata e risolta come riguardasse solo il
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