Page 8 - Sistemi di trasporto pubblico locale
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PREFAZIONE DEL DIRETTORE DELLA COLLANA
scenze di base per giungere a quelle diffi cili e complesse sintesi necessarie per le
soluzioni delle su accennate problematiche.
In secondo luogo si riteneva di non riuscire a svolgere un ruolo suffi ciente-
mente incisivo sia in ambito accademico, nei rapporti con colleghi delle altre disci-
pline, e sia in ambito sociale, nei rapporti con amministrazioni, industrie del settore,
produttori di servizi, professionisti, in quanto vi era stata una parziale perdita d’i-
dentità degli ingegneri trasportisti, nei confronti di numerosi altri colleghi ingegneri e
non, che non sempre riconoscevano la su esposta capacità di sintesi.
Constatata quindi una attenuazione della visibilità del ruolo della docenza si
cominciò a discutere su cosa si sarebbe potuto fare per migliorare la situazione.
Come professori universitari la risposta non poteva che essere quella di dif-
fondere la conoscenza e, dopo lunghe discussioni, si decise infi ne di tentare la rea-
lizzazione di una collana che abbracciasse i tanti e diff erenziati settori dei trasporti.
Per la prevalenza di argomenti di carattere ingegneristico si decise di intitola-
re la stessa collana "Ingegneria dei trasporti".
Non che il "Gruppo Venezia", ed in particolare il comitato promotore, ritenes-
se di riuscire a superare tutte le diffi coltà illustrate precedentemente con quest’o-
pera. Si riteneva di poter dare un buon contributo anche perché tutti i volumi sono
facilmente aggiornabili "in toto" o per singoli capitoli e quindi il lavoro non dovrebbe
esaurirsi con la pubblicazione dei volumi programmati, ma dovrà continuare con gli
aggiornamenti, le revisioni e le modifi che periodiche degli stessi.
Rimaneva aperto il problema della partecipazione dei giovani studiosi nel-
le università e dei collaboratori esterni; e cioè che interesse potessero avere dei
giovani, in genere con notevoli carichi didattici, di partecipare ad un lavoro di "si-
stematica della disciplina" sottraendolo a quello delle tradizionali pubblicazioni? Ed
ancora degli specialisti di trasporti, esterni al mondo accademico, avrebbero potuto
contribuire alla diff usione delle conoscenze con le loro esperienze?
Questi dubbi ritengo siano stati ampiamente superati dalla grande partecipa-
zione dei nostri giovani e da quella di tanti professionisti, dirigenti ed operatori del
settore.
È diffi cile dare una risposta da parte nostra al quesito sulla scommessa, per-
ché proprio noi del Consiglio scientifi co conosciamo perfettamente quali sono i limiti
del lavoro; quali gli argomenti che si sarebbero dovuti trattare con maggior appro-
fondimento o con maggior rigore; quali quelli che si sarebbero potuti snellire; così
come conosciamo bene che alcune parti si sarebbero dovute coordinare meglio tra
loro e che certi capitoli si dilungano un po' troppo sulla trattazione analitica ed altri
sulla descrizione; e così via.
Ritengo però che il fatto di aver coinvolto diciotto sedi universitarie di tutt’Italia
ed oltre 200 coautori di tante discipline sia già un notevole successo.
Per poter aff ermare che l’iniziativa è stata positiva, aspettiamo di aver dato
alle stampe gli undici volumi programmati e forse la nuova edizione di alcuni, per
sciogliere i nostri dubbi e le nostre riserve sulla validità del lavoro.
Per ora si sta continuando a lavorare con grande entusiasmo.
Giovanni Corona
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