Page 7 - Sistemi di trasporto pubblico locale
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PREFAZIONE DEL DIRETTORE DELLA COLLANA
Quando nel 2012 il “Gruppo Venezia” decise di aff rontare l’avventura di ci-
mentarsi nella collana “Ingegneria dei trasporti”, a molti anche tra i promotori, parve
di stare portando avanti una scommessa, di sicuro con particolari diffi coltà.
A poco più di due anni da quando è stato dato alle stampe il primo nuovo
volume della collana (“ITS nei trasporti stradali” - marzo 2013), vede la luce questo
quinto libro sui sistemi di trasporto intermodali - ristampa aggiornata di un preesi-
stente volume del 2009 - ed il programma di lavoro, a tutt’oggi, prevede complessi-
vamente la stampa di dodici volumi, ai quali si andranno ad aggiungere dei “Qua-
derni”, che si affi ancheranno ai testi principali, formando dei volumetti atti a mettere
a fuoco particolari argomenti di approfondimento o di dettaglio.
Si può aff ermare a questo punto che la scommessa di cui si è detto prima sia
stata vinta?
Prima di rispondere alla domanda riprendiamo brevemente:
• quali erano state le motivazioni che avevano spinto un folto gruppo di docenti
della disciplina "Trasporti" di numerose facoltà d’Ingegneria ad incontrarsi ed a
discutere sul proprio ruolo nell’ambito accademico ed in quello sociale;
• cosa ci si era proposti di ottenere con la nostra collana;
• quali diffi coltà si prospettavano per i giovani in ambito universitario (ricercatori,
assegnisti) e per i collaboratori a vario titolo.
Tutti gli argomenti sono stati sviluppati ampiamente nelle presentazioni dei
precedenti tre libri ed anche per il presente volume vengono ripresi nell'"Introduzione
del Comitato Scientifi co", per cui in questa prefazione si procederà ad una breve
sintesi.
Numerosi docenti e ricercatori di trasporti di molte università italiane, pre-
valentemente delle Facoltà di Ingegneria, riuniti a Venezia presso lo IUAV, da cui
"Gruppo Venezia", iniziarono a discutere sulle trasformazioni intervenute nel tempo,
per il fenomeno del trasporto e, conseguentemente, per la disciplina dei trasporti.
In particolare la discussione si accentrò sull’oggetto dell’insegnamento e della ricer-
ca, molto diff erenziato tra le diverse facoltà, ed ancora sul ruolo della docenza dei
trasporti sia in ambito accademico, sia in ambito esterno: mondo delle professioni,
della pubblica amministrazione, della produzione e dei servizi.
Senza voler riprendere le lunghe discussioni intervenute tra i numerosi do-
centi del gruppo, nell’ambito delle quali fu ben ricordato e constatato come i "Tra-
sporti", da disciplina quasi esclusivamente ingegneristica, rivolta alla produzione del
trasporto e quindi all’off erta dello stesso, si fossero nel tempo (ultimi cinquant’anni)
aperti a contributi di altre svariate discipline - economia, sociologia, urbanistica,
studio dell’ambiente, ricerca operativa, informatica, telecomunicazioni - al contem-
po però gli "ingegneri trasportisti" hanno mantenuto una capacità di conoscenza
generale del fenomeno del trasporto e di sintesi, quali non è presente per nessun
altro raggruppamento o settore disciplinare.
A questo punto il "Gruppo Venezia" aveva constatato in primo luogo come,
per i numerosi e complessi settori in cui si articolano i trasporti, non esistessero dei
testi atti a fornire una suffi ciente conoscenza delle problematiche generali, delle
modalità con cui esse vengono aff rontate e del come sia possibile fornire delle solu-
zioni, più o meno ottimali. A fronte di questa situazione vi era, e vi è tutt’ora, un’am-
plissima produzione di studi di alto livello scientifi co o fortemente settoriali, non
facilmente accessibili a tutti coloro che hanno interessi professionali nei trasporti.
In sintesi si era convinti come, pur non volendo sminuire minimamente l’im-
portanza di tutte le diff erenti conoscenze che è necessario attivare e sviluppare
collaborando costantemente con tutti gli studiosi che a vario titolo si occupano di
trasporti, gli "ingegneri trasportisti" rispetto a tutti gli altri possedessero delle cono-
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