Page 50 - Ricostruzione incidenti stradali
P. 50
S
S COMPATIBILITÀ DEI DANNI
Se c’è un’attività la cui complessità è molto sottovalutata questa è sicuramente
l’analisi di compatibilità dei danni.
È soprattutto la committenza delle compagnie di assicurazione, che è peraltro
anche quella che più frequentemente ha necessità di questa analisi, a sottovalutar-
ne l’impegno, tanto che, ogni volta che è stato richiesto un approfondimento per il
corretto approccio ed il corretto sviluppo di quell’incombente, il suo oggettivo perse-
guimento si è scontrato con l’inevitabile improponibilità a condurlo posta dalle risor-
se economiche destinate.
Per questo ci si accinge ad aff rontare l’argomento nell’unico modo che la sua
complessità consente, ovvero con un’analisi a 360 gradi, che ovviamente sarà pos-
sibile attuare solo nei casi in cui la compatibilità dei danni risulta particolarmente si-
gnifi cativa.
In genere la richiesta è fi nalizzata ad accertare la “genuinità” dell’incidente, ma
ciò che è disarmante è l’approccio che certa committenza ritiene suffi ciente.
Si va dalla pretesa che basti il confronto tra l’entità dei costi di ripristino dei mez-
zi coinvolti, a quella che sia suffi ciente la verifi ca delle deformazioni sulle fotografi e,
a quella che l’analisi di compatibilità si possa limitare ad una pura e semplice peri-
zia di stima dei danni, a volte addirittura di uno solo dei mezzi coinvolti, fi no a quello
che potrebbe apparire il metodo meno assurdo e cioè con la stima dei costi di ripri-
stino di un veicolo per confrontarli con l’esame delle deformazioni sull’altro mezzo
coinvolto, spesso affi dato a diverso consulente.
Trattandosi di posizioni molto frequenti anche da parte di quelli che dovrebbero
essere gli esperti delle procedure di risarcimento, esaminiamoli almeno sommaria-
mente, pur nella loro palese inconsistenza.
L’entità dei costi di ripristino dipende, il più delle volte e comunque sempre si-
gnifi cativamente, dal costo dei ricambi, che per certe tipologie di veicolo e per certe
marche è particolarmente rilevante. Ecco allora che a un urto di modesta entità e
capace di produrre deformazioni fi sicamente poco rilevanti potrebbe corrispondere
un costo di ripristino importante.
Una retromarcia brusca di una Fiat Panda contro il frontale di un’Audi o di una
Mercedes, o di altri veicoli di quella fascia commerciale, ferma a tergo, può produrre
una deformazione modesta del paraurti posteriore della Fiat Panda con un sempli-
ce interessamento marginale del rivestimento posteriore e del portellone (con costi
di ripristino al più di 1.000,00 euro IVA compresa) e una deformazione altrettanto
modesta della retrostante Audi o Mercedes (ma anche di molte altre marche) che
interessando il fermo del faro, la griglia ed il paraurti, tutte parti che essendo espo-
ste si danneggiano facilmente, può portare ad un costo delle riparazioni di 4.000,00
- 4.500,00 euro.
Provato che il costo dei ripristini non prova neppure l’entità delle deformazioni,
non può certo essere elemento anche solo di sospetto circa la genuinità dell’inci-
dente.
Venendo alla seconda delle pretese: se fossero state fornite semplici fotografi e dei
due mezzi danneggiati ben diffi cilmente se ne sarebbero potuti ricavare elementi in me-
rito alla compatibilità dei danni in quanto le deformazioni riportate dalla parte anterio-
re del veicolo retrostante (Audi o Mercedes o altro che fosse) avrebbero potuto essere
addirittura non rilevabili. La rottura del supporto faro, che determina la necessità di so-
stituire il faro, si constata aprendo il cofano e quindi una foto dell’esterno potrebbe non
rilevarla. La rottura di una griglia potrebbe limitarsi ad una fessurazione senza distacco,
anche questa fotografi camente poco o per nulla evidenziata. Tutto potrebbe limitarsi ad
295