Page 37 - Digital forensics
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               G  PROVE DIGITALI A DISTANZA

                   Chiarito che qualsiasi azione compiuta sulla Rete è un’ipotesi idonea a lasciare
               una traccia informatica e che la prova digitale è un mezzo di prova che, per la sua
               tecnicità, aiuta a vincolare il ragionamento logico-giuridico del giudicante, purché
               ciò avvenga in assenza di violazioni delle tecniche di informatica forense e/o con-
               trarie alla logica-digitale, si evidenzia come oggi è sempre più frequente, e lo sarà
               ancor di più in futuro, la necessità di acquisire la prova a distanza al fi ne di provare
               in giudizio l’accadimento di fatti digitali verifi catisi nel World Wide Web (W.W.W.).
                   Prima di andare ad analizzare l’acquisizione di tali tipologie di digital evidence,
               bisogna fare un distinguo "storico" tra quello che è il mondo di "Internet" e quello
               che è il  "World Wide Web", o meglio conosciuta come la  "ragnatela mondiale".
               Trattasi di due termini che spesso vengono usati come sinonimi, ma che invece
               rappresentano due realtà profondamente diverse, atteso che  "Internet" è l’infra-
               struttura tecnologica che permette di trasferire i dati online e che ha reso possibile
               non solo il web, ma anche lo sviluppo della posta elettronica (e-mail), delle applica-
               zioni su Smartphone, delle prime Chatroom, dei trasferimenti FTP e parecchie altre
               cose, mentre il mondo del Web (WWW) è uno dei servizi che, sfruttando Internet,
               permette al contempo di navigare, utilizzare contenuti multimediali, comunicare,
               usufruire dei collegamenti ipertestuali per muoversi attraverso i siti e molto altro
               ancora. Pertanto, senza Internet, il Web non potrebbe esistere, mentre Internet,
               invece, esisteva già prima (518) della nascita del World Wide Web. Quest’ultimo può
               essere defi nito come uno spazio virtuale (519), in costante evoluzione, dove sono
               presenti miliardi di siti Internet che possono essere facilmente raggiunti. Taluni pos-
               so off rire servizi, altri informazioni, altri ancora infi nite altre attività e/o opportunità,
               ivi comprese quelle svolte sui social network. Non vi sono dubbi che le attività sul
               web possano essere di grande utilità sociale, sia di svago che di aggregazione, ma
               contemporaneamente, fra tutte le innumerevoli attività e servizi svolti nella Rete
               (520), è indubbio che possano manifestarsi anche condotte criminali (521).
                   L’avvento di Internet e poi del World Wide Web ha portato ad un cambiamento

                 (518) Il primo anno da segnare nella storia di Internet è il 1962, anno in cui Joseph Licklider, scienziato e
                   psicologo del MIT e collaboratore dell’Arpa, teorizza l’Intergalactic Computer Network, una rete in
                   grado di mettere in collegamento tra loro tutti i computer. Nel 1969, viene così creato il primo colle-
                   gamento tra due computer: uno situato alla UCLA e l’altro allo Stanford Research Institute. Sono i
                   primi due nodi di quella che diventerà successivamente la rete globale.
                 (519) Uno spazio caratterizzato dall’unione di tre tecnologie:
                   •  HTML: il linguaggio per la formattazione e l’impaginazione di documenti ipertestuali);
                   •  URL: l’indirizzo unico che permette di identifi care ogni singola risorsa presente in rete);
                   •  HTTP: il protocollo che permette di recuperare tutte le risorse linkate.
                 (520) D’amore, Comunicazione e rete, in Il diritto del web - Rete, Intelligence e Nuove Tecnologie, cit., p.
                   395, La Rete rende il mondo una sorta di villaggio globale, anzi glocale. Internet è il medium della co-
                   siddetta glocalizzazione, termine introdotto dal sociologo Zygmut Bauman che si costituisce, sia lin-
                   guisticamente che semanticamente, sulla crasi tra globalizzazione e local e si sostanzia su un’azione
                   caratterizzata da dinamiche di interrelazione tra i popoli, tenendo conto però delle loro peculiarità cul-
                   turali, delle loro istanze identitarie e di appartenenza territoriale, inquadrate in un contesto storico ben
                   determinato. Il Web nel tempo è diventato strumento quotidiano nelle mani di un’utenza sempre più
                   alfabetizzata e fi delizzata, baluardo e simulacro di quel processo democratizzante, processo anche
                   sociale come dimostrato dai Social Network: My Space, Facebook, Twitter, veri e propri catalizzatori
                   di condivisione e relazioni irrealizzabili, almeno apparentemente, nel mondo reale.
                 (521) Contaldo-Peluso, E-detective: L’informatica giuridica e le applicazioni della digital forensics, cit., p.
                   208, eppure tutto questo sconfi nato mondo, visibile e liberamente accessibile, dove certamente av-
                   vengono condotte lecite ed anche illecite, rappresenta solo una piccolissima porzione di quel che in
                   realtà avviene in rete. Infatti, è stato stimato che ad oggi solamente il 4% di tutto ciò che è presente
                   sul web sia liberamente accessibile.


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